Nuotare per abbassare la pressione arteriosa

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Tutti in acqua per abbassare la pressione arteriosa

Un regolare esercizio fisico ci aiuta ad abbassare la pressione arteriosa e “fortifica” il nostro cuore. Un nuovo studio pubblicato dall’American Journal of Cardiology mostra come un regolare esercizio fisico svolto in acqua apporti benefici effetti anche nella popolazione di età superiore ai 50 anni.
La ricerca ha preso in esame 43 uomini tra i 50 e i 62 anni in buona salute fisica, con segni di pre-ipertensione o al primo stadio di ipertensione e non sotto controllo medico. Essi sono stati assegnati casualmente o a 12 settimane di esercizi in piscina o a un gruppo di controllo.
Prima del periodo di intervento non c’erano significativi differenze nello stato di salute dei due gruppi e altrettanto si può dire nel periodo di intervento: massa corporea, adiposità, concentrazione di glucosio nel sangue e colesterolo non hanno subito particolari cambiamenti. La variazione più significativa si è invece riscontrata nella pressione sistolica che, nel gruppo di coloro che hanno svolto una regolare attività natatoria, ha fatto registrare una notevole diminuzione, da 131 ± 3 a 122 ± 4 mm Hg.
Significativi anche i risultati dal punto di vista vascolare: il regolare esercizio in acqua ha infatti comportato un miglioramento dell’efficienza carotidea del 21%. Dopo gli esercizi è stato inoltre riscontrato un sensibile miglioramento nella vaso-dilatazione e nell’attività cardiovascolare.
Nessuno di questi miglioramenti è stato invece constatato nel gruppo di controllo, che ha praticato esercizi di rilassamento a terra. La conclusione è presto detta: un regolare esercizio in acqua produce effetti ipotensivi e migliora le funzioni vascolari anche in persone di età avanzata fino a quel momento sedentarie.

Il cuore va sott’acqua per abbassare la pressione arteriosa

Il nuoto, al 90% esercizio di resistenza in quanto si pratica solitamente con uno sforzo di durata e regolare, ha implicazioni molto favorevoli per tutto l’apparato cardiovascolare ed è risultato utile per abbassare la pressione arteriosa, con un vantaggio anche a livello di consumo energetico del cuore, che grazie al lavoro aerobico, viene allenato a consumare meno ossigeno e meno energie. Se continuiamo a percorrere sempre la stessa distanza (non aumentando il carico di lavoro) noteremo presto che il consumo energetico si abbassa e con lui la frequenza cardiaca. Ecco ottenuto il cosiddetto “effetto training” sul cuore. Ciò avviene solo se si pratica il nuoto con una certa regolarità (due – tre volte la settimana) e per almeno una trentina di minuti: effetti benefici quasi immediati per abbassare la pressione arteriosa e un cuore meno predisposto ad ammalarsi.

Obesità asma e pressione alta

Specie se si tratta di obesità di tipo alimentare, il nuoto è indicato nella terapia dell’obesità che può essere curata con la semplice attività fisica accompagnata da un’adeguata dieta. Come per l’obesità anche in questo caso è utile associare una corretta dietoterapia. Infine il nuoto è molto utile contro l’asma che nel 50% dei giovani insorge proprio dopo uno sforzo, con conseguente allontanamento dall’attività sportiva. Obbligando a un ritmo respiratorio regolare, collegato direttamente al ciclo della bracciata, il nuoto facilita la coordinazione dei muscoli respiratori, portando il soggetto asmatico a una vera e propria ginnastica respiratoria correttiva.

Fare attività fisica “rafforza” il cuore?

Con un’attività fisica regolare e costante si può abbassare la pressione arteriosa, il cuore diventa più resistente e più efficiente e abbassa la frequenza cardiaca.

 

Bibliografia scientifica: