Stile di vita corretto per la nostra salute

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Quanto può incidere sulla nostra salute cardiovascolare uno stile di vita corretto?

Uno stile di vita corretto è fondamentale per la tua salute. Il fumo di sigaretta, l’inattività fisica e una dieta squilibrata sono forti predittori di incidenza di malattie cardiache. Tra i più quotati fattori di rischio di mortalità troviamo dunque: il fumo, l’obesità, l’ipertensione, il diabete e un eccesso di lipidi plasmatici (colesterolo e trigliceridi). Tutti fattori, guarda caso, prevenibili (o contenibili) con l’attività fisica e il consumo di un’alimentazione corretta. Vediamo quindi i 3 step fondamentali per uno stile di vita corretto!

Stile di vita corretto step 1: muoversi fa bene

Una persona sedentaria ha una probabilità doppia di avere problemi al cuore rispetto ad una fisicamente attiva. Inoltre ha anche il doppio delle possibilità di morire in caso di infarto. Stesso livello di rischio lo corre chi soffre di ipertensione, chi fuma e chi ha il colesterolo alto. Più del 30% delle morti legate a problemi di cuore, diabete e cancro al colon sono riconducibili alla vita sedentaria; infatti l’inattività fisica aumenta il rischio di mortalità per tutte le cause, dove le malattie cardiovascolari sono le protagoniste indiscusse. Le persone inattive corrono un rischio di mortalità maggiore fino al 30% rispetto alle persone fisicamente attive.
La buona notizia è che questa vocazione al movimento premia con risultati straordinari soprattutto chi, di punto in bianco, abbandona l’insana abitudine al bivacco da divano. Infatti a qualsiasi età iniziare a fare un po’ di sport, abbandonare il fumo e controllare la pressione arteriosa allunga la vita.

Vi ricordiamo che non è corretto passare da inattività fisica ad un esercizio fisico troppo intenso e frequente, anche il nostro cuore ha bisogno di  allenarsi in maniera graduale. Esagerare non fa bene alla salute, leggi come allenarti in modo sano.

Cosa si intende per inattività fisica?

L’inattività fisica è definita sia come vita sedentaria, ovvero assenza di attività fisica, sia come un’attività fisica troppo blanda, troppo breve e troppo poco frequente per cui di fatto non ha alcun effetto positivo sulla tonicità dei muscoli né tanto meno effetto benefico sul cuore. Nel secondo caso la frequenza cardiaca è di poco superiore alla norma e non si raggiunge la cosiddetta frequenza cardiaca di allenamento che nelle persone sane (non cardiopatiche e in assenza di terapia che rallenti i battiti cardiaci) deve essere superiore della metà  della frequenza massima, la quale è calcolata con la formula ‘220 battiti al minuto-età’. Esempio: Carlo ha 30 anni, quindi la sua frequenza cardiaca massima è pari a 220-30=190 battiti al minuto; la frequenza di allenamento ottimale sarà quindi poco superiore alla metà di 190, ovvero superiore a 95 battiti al minuto. Come si può intuire dalla formula, il grado di inattività è relativo all’età e alle condizioni della persona. La quantificazione del concetto di “inattività” di un giovane sarà diversa da quella di un anziano.

Stile di vita corretto step 2: basta fumare

Tra i 30-40 anni i fumatori presentano un’incidenza di attacchi cardiaci cinque volte superiore rispetto ai non fumatori. A questa età il fumo è responsabile dell’80% degli infarti; tra i 50-60 anni lo è nel 70% dei casi e tra i 60-70 anni nel 50% dei casi. Chi fuma un pacchetto al giorno o più presenta un rischio 11 volte superiore di andare incontro ad una forma grave e mortale di infarto. Il meccanismo attraverso il quale il fumo porta ad un infarto è sostanzialmente legato al fatto che abbassa il colesterolo buono, l’HDL.

Stile di vita corretto step 3: controllare il peso corporeo

Il sovrappeso è notoriamente correlato ad un aumento dei problemi di salute e, tanto più saranno i chili di troppo, soprattutto nella zona sterno-addominale, quanto minore sarà l’aspettativa di vita. Non a caso, una delle più semplici valutazioni del rischio cardiovascolare di una persona viene effettuata misurando la circonferenza della vita (rischio elevato con circonferenza >102 cm negli uomini, >88 cm nelle donne) o col rapporto vita/fianchi (rischio elevato per un rapporto vita/fianchi >0,95 nell’uomo; >0,8 nella donna). L’obesità, soprattutto viscerale, è correlata ad una maggiore incidenza di malattie cardiovascolari, diabete di tipo 2 e tumori. Per non parlare dei problemi di natura ortopedica (dolori alle articolazioni per il sovrappeso cronico). La sedentarietà è la prima causa dello sviluppo dell’obesità, al punto che uno studio prospettico su un largo gruppo di donne ha mostrato come comportamenti sedentari, ad esempio guardare la televisione, fossero associati ad un significativo aumento del rischio di obesità, indipendentemente dai livelli di esercizio fisico. L’inattività fisica è così nociva che il rischio di morte legato a malattie coronariche e diabete è maggiore nei soggetti obesi inattivi o fisicamente meno attivi rispetto ai soggetti obesi in buona condizione fisica o fisicamente attivi. Dunque se proprio non si vuole rinunciare ai piaceri della tavola, si può ridurre comunque il rischio di mortalità precoce tramite il movimento.

Lo studio sulle caratteristiche comportamentali

I ricercatori italiani Menotti A, Puddu PE, Maiani G e Catasta G hanno voluto indagare il rapporto di alcune caratteristiche comportamentali di una popolazione maschile in rapporto all’incidenza di malattie cardiache. Sono stati presi in considerazione il fumo di sigaretta (non fumatori ed ex-fumatori, fumatori moderati, forti fumatori), l’attività fisica (sedentarie, moderati, vigoroso) e l’alimentazione (Dieta non Mediterranea, Dieta con alimenti sani e Dieta Mediterranea) e rapportati all’incidenza di malattia cardiaca. Nello studio sono stati valutati 1.677 soggetti maschili di età compresa tra i 40 e i 59 anni che non presentavano patologie cardiovascolari e che vivevano nelle aree rurali italiane del Seven Countries Study. I soggetti sono stati seguiti fino all’età di 90 anni con controlli periodici nell’arco di 50 anni valutando l’incidenza di malattie cardiache. Le eventuali patologie cardiovascolari comparse sono state classificate come malattia coronarica (CHD) o come malattia cardiaca ad eziologia incerta (hDue), dove in quest’ultimo caso non è chiara la causa della malattia cardiaca.

I risultati mostrano che l’incidenza totale di CHD e hDue fino all’età di 90 anni è stata del 28,8% e del 17,7%, rispettivamente. L’analisi ha mostrato una forte associazione di caratteristiche comportamentali con incidenza di CHD, ma non con incidenza di hDue. Questo significa che fattori quali il fumo, l’inattività fisica e un’alimentazione scorretta porta ad avere una maggiore incidenza di malattie coronariche.

Uno stie di vita corretto fa bene al nostro corpo e alla nostra mente, modificare le cattive abitudini ci aiuta a prevenire le malattie cardiovascolari e gestire la pressione arteriosa.

Bibliografia scientifica di seguito: