Sole e ipertensione arteriosa

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Prendere il sole con cautela!

E’ consuetudine in estate sottoporci ai raggi solari, causa a volte, di fastidiose scottature ed arrossamenti della pelle, la quale risulta impreparata dopo l’inverno a ricevere i raggi ultravioletti.
Le eccessive esposizioni ai raggi solari, possono provocare eritemi ed ustioni che se ripetute nel tempo causano la comparsa di lesioni cutanee anche di tipo precanceroso. Diventa quindi di fondamentale importanza assumere alcune precauzioni per la protezione dai raggi ultravioletti fin dall’infanzia, utilizzando dei filtri solari ad alta protezione, idonei al proprio tipo di carnagione ed evitando le esposizioni nelle ore più calde della giornata (dalle 11 alle 16).
La pericolosità dei raggi ultravioletti cresce in base alle caratteristiche ed alla sensibilità della pelle che gli specialisti suddividono in sei fototipi o categorie, per individuarne la resistenza all’esposizione. I fototipi più sensibili, (individui con carnagione chiara), hanno ovviamente necessità di una maggiore protezione dai raggi UVB che provocano scottature e dai raggi UVA, colpevoli del precoce invecchiamento della pelle.

CLASSIFICAZIONE DELLE RADIAZIONI ULTRAVIOLETTE:

  • Raggi UVC: questi sono i raggi dotati della maggiore energia e potenzialmente sono i più pericolosi per la nostra pelle ed i nostri occhi. Per fortuna l’ozono contenuto nell’atmosfera li blocca completamente.
  • Raggi UVB: questi raggi sono dotati di un’energia intermedia e sono filtrati solo parzialmente dall’ozono. A basse dosi stimolano la produzione di melanina, responsabile dell’abbronzatura. Ma ad alte dosi causano bruciature ed aumentano il rischio di tumori della pelle. A livello oculare possono essere causa di danni importanti.
  • Raggi UVA: sono i raggi più vicini alla luce visibile ed hanno minore energia rispetto agli UVB e UVC. Sono in grado di penetrare attraverso la cornea dei nostri occhi e raggiungere sia il cristallino che la retina.

L’esposizione del corpo umano alla radiazione solare è un evento naturale e si può dire che gli organismi viventi abbiano raggiunto nel corso della loro evoluzione un delicato equilibrio tra effetti benefici e danni biologici prodotti dalla radiazione. Piccole dosi di radiazione UV sono infatti benefiche, mentre una eccessiva esposizione può avere conseguenze indesiderate per la salute. La condizione di esposizione ideale alla radiazione UV non è quindi l’assenza di esposizione bensì una “giusta” dose. Tale “giusta dose” varia in funzione dell´età, del sesso e del tipo di pelle. Ma sole e ipertensione vanno d’accordo?

Sole e ipertensione: effetti benefici

Gli effetti positivi dell’esposizione a corrette dosi di radiazione UV possono essere:

  • Produzione di vitamina D (prevenzione dell’osteoporosi, del diabete tipo 1 delle malattie autoimmuni e di diversi tipi di tumori, malattie cardiovascolari)
  • Produzione serotonina (prevenzione depressione)
  • Effetto disinfettante (limitazione proliferazione batteri)
  • Terapie patologie dermatologiche (cura di diverse patologie quali psoriasi, vitiligine, dermatite atopica)
  • Benessere termico e visivo

Risulta quindi evidente che livelli eccessivamente bassi di esposizione rappresentino un rischio per la salute in relazione ad aspetti di notevole importanza.

Sole e ipertensione: rischi per la salute

Il cambiamento dello stile di vita sedentario e in ambiente chiuso, soprattutto nei paesi industrializzati, ha indotto una globale carenza di vitamina D. Tradizionalmente, questa vitamina è stata associata alla buona salute delle ossa. Tuttavia, negli ultimi anni si è messo in evidenza che uno stato adeguato di vitamina D è importante per la funzione di molti organi, compreso il sistema cardiovascolare. L’insufficienza di vitamina D sembra infatti predisporre a ipertensione, diabete e sindrome metabolica, oltre che a ipertrofia ventricolare sinistra, scompenso cardiaco, infiammazione vascolare cronica. Vi sono ancora studi in corso che cercano la relazione tra livelli basali di vitamina D, dosi necessarie di supplementazioni di vitamina D ed eventi cardiovascolari. Tuttavia, un’evidenza sempre crescente suggerisce che correggere un deficit di vitamina D, provvedimento semplice, ben tollerato e molto economico, agisce favorevolmente sulla morbilità e mortalità delle malattie cardiovascolari, oltre a prevenire le più comuni malattie cronico-degenerative.

 

Bibliografia scientifica di seguito: