Sodio e ipertensione

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Basta salare la nostra vita

Un consumo eccessivo di sale porta un innalzamento dei livelli di pressione arteriosa. A tal fine sono stati effettuati studi sperimentali su animali, studi epidemiologici, trials clinici controllati e studi di popolazione sulla riduzione dell’introito di sodio. Detti studi hanno dimostrato che vi è uno stretto legame tra quantità di sale assunta con la dieta e pressione arteriosa. Il rapporto tra danno d’organo e sale è probabilmente anche più stretto che tra pressione arteriosa e sale. Un eccesso di sodio è legato all’insorgenza di ipertensione. Eccessi di sodio portano a escrezione di calcio, provocando ridotta densità ossea e aumentando il rischio di osteoporosi (esiste in tutte le cellule normalmente uno scambio sodio-calcio). Pochi lo sanno, ma il sodio contenuto in natura negli alimenti è già sufficiente a coprire tutte le necessità del corpo. Invece noi ogni giorno ne consumiamo dieci volte di più!

Perché il sodio è così pericoloso?

Il nostro corpo non riesce a eliminarlo: lo trattiene fra le cellule fino a quando i reni non riescono a filtrarlo. Così immagazzinato irrita i tessuti e le cellule per proteggersi rilasciano acqua, questo porta a gonfiori, ritenzione idrica e perdita di potassio ed è allora che la pressione sanguigna si impenna.
A lungo termine questa situazione può rovinare muscoli, valvole cardiache, arterie, ossa, dna, stomaco, reni. Il consumo elevato di sale potrebbe comportare un maggior rischio di sovrappeso : il sale stimola la sete e spesso viene soddisfatta con bibite zuccherate o alcoliche che hanno un elevato contenuto calorico. Il sodio possiede una spiccata capacità di attrarre l’acqua e ciò nel corpo incrementa la massa di liquido che scorre nei vasi sanguigni, questa esercita una forza sulle pareti delle arterie, le quali alla lunga diventano più rigide. Le popolazioni che vantano un abituale basso consumo di sodio, brillano per la quasi completa assenza di ipertensione. Se riducessimo a 5 grammi il consumo giornaliero di sale, vedremmo la pressione “massima” ridursi di almeno 2 millimetri di mercurio in chi ha la pressione normale e di almeno 5 mm nelle persone ipertese.
Bisogna fare molta attenzione anche ai cibi che consumiamo: se ci abbuffiamo di prodotti da forno (pane, biscotti, cracker e grissini), dadi da brodo, ketchup e senape, finiremo ancora per assumere importanti quantità di cloruro di sodio! Occhio poi alle fonti nascoste di sale: cibi in scatola, piatti pronti surgelati, la maionese, i sottaceti, le olive da tavola.

L’Italia ad esempio è uno degli stati nel quale si consuma più sale in assoluto: in Toscana invece ad esempio si consuma il pane senza sale ed è tra le regioni con più basso indice di mortalità per infarti ed ictus.

Ci sono molti alimenti insospettabili con eccesso di sodio: croissant, biscotti secchi, cornflakes, pane, pizza, margarina, carne in scatola. Inoltre bisognerebbe limitare al massimo il consumo di sughi pronti o di cibi in scatola. Bisognerebbe inoltre aggiungerlo sui cibi solo a fine cottura per farne assorbire di meno.

Sembra che al momento l’unico sostituto del cloruro di sodio sia il cloruro di potassio (il sale dietetico) ma ad alte dosi assume un gusto metallico ed amaro. Può talvolta essere consigliato dal medico ai soggetti ipertesi che hanno difficoltà a limitare i propri consumi di sale comune.
Occorre inoltre fare attenzione – raccomandano gli esperti – anche a tutte le altre sostanze che contengono sodio, celate sotto il nome di glutammato di sodio (principale ingrediente dei dadi da brodo), benzoato di sodio (presente nelle salse, nei condimenti e nelle margarine), citrato di sodio (usato per esaltare il sapore nei dolci, gelatine e in alcune bevande).

Meno sodio e ipertensione!

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Bibliografia scientifica di seguito: