Sale nella dieta, quello che non avresti immaginato…

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La quantità di sale nella dieta degli ipertesi e non ipertesi va sicuramente ridotta, ma è possibile quantificare la riduzione di sale necessaria per ottenere benefici? L’alimentazione è alla base della prevenzione, mangiare bene significa avere maggiori probabilità di vivere meglio. Una dieta per essere considerata sana deve essere varia, prevedere almeno cinque porzioni di frutta e verdura da consumare nell’arco della giornata, ma soprattutto essere povera di sale. Diversi studi infatti hanno evidenziato quanto il sale possa giocare un ruolo negativo sulla nostra salute innalzando i livelli di pressione arteriosa e quindi aumentando esponenzialmente il rischio di incappare in malattie cardiovascolari.

Qual è la quantità consigliata di sale nella dieta giornaliera?

Un cucchiaino di sale al giorno, non di più! L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda di non introdurre più di 2 grammi di sodio con la dieta giornaliera. Ma a quanto equivalgono 2 grammi di sodio? Utilizzando una metrica comune a tutte le cucine, 2 grammi di sodio equivalgono a un cucchiaino da tè di sale.

Noi italiani, popolo di buongustai, tendiamo sempre ad esagerare e arriviamo a consumarne almeno 4 grammi di sodio ogni giorno, che equivalgono a 10g di sale, o per meglio dire a 2 cucchiaini da tè di sale. Infatti due grammi di sodio corrispondono a circa 5 grammi di sale da cucina (1 grammo di sale contiene circa 0,4 grammi di sodio), che sono all’incirca quelli contenuti in un cucchiaino da tè.

Quante volte consumiamo il sale nella dieta senza saperlo?

Ebbene sì, il sale è nascosto ovunque. Oltre a essere già contenuto in molti dei cibi che consumiamo, noi tendiamo sempre ad aggiungerne ed è proprio questa la quantità che diventa eccessiva e inizia a creare problemi al nostro organismo.
L’introito di sodio nella dieta quotidiana non è rappresentato soltanto dal sale da cucina aggiunto alle pietanze, ma proviene soprattutto dai quantitativi nascosti nei prodotti industriali e/o nei cibi artigianali. Ne sono ricchi il pane e i prodotti da forno (biscotti, cracker, grissini, merendine, cornetti e cereali per la prima colazione) e fra questi, i derivati dei cereali rappresentano la fonte maggiore di introito di sodio.
Alimenti come: insaccati, formaggi, dado per brodo vegetale o di carne e patatine fritte sono in assoluto le più scorrette da assumere, perché il quantitativo di sale contenuto è ben maggiore di quello consigliato dagli esperti.

Studi evidenziano come un consumo eccessivo di sale sia alla base dell’ipertensione arteriosa e delle malattie cardiovascolari, oltre ad innalzare i livelli pressori infatti li mantiene alti nel tempo.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità le malattie cardiovascolari sono la principale causa di morte prematura in tutto il mondo, responsabile di circa il 29% di tutti i decessi. Ridurre l’assunzione di sale abbassa la pressione sanguigna e con lei il rischio di incappare in eventi cardiaci secondari (infarto, ictus e danno d’organo). Bisogna per questo motivo controllare sempre i cibi che decidiamo di assumere e cercare di aggiungere la minore quantità di sale possibile.

Il sale fa male alla nostra salute, ma porre rimedio non è così complicato, basterebbe iniziare a consumare un cucchiaino in meno al giorno di sale per ottenere risultati. Noi italiani tendiamo ad esagerare nel consumo di sale nella dieta quotidiana infatti arriviamo a consumarne almeno 2 cucchiaini da tè in più al giorno. Le linee guida infatti evidenziano che diminuendo il consumo di sale si potranno avere da subito benefici e i livelli di pressione arteriosa risulteranno più bassi.

Riduciamo il sale per ridurre l’ipertensione!

Bibliografia scientifica di seguito: