Prevenzione cardiovascolare: politerapia o “polipillola”?

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Come migliorare la prevenzione cardiovascolare

Nonostante i considerevoli progressi nel trattamento delle malattie cardiovascolari, i nuovi casi di infarto miocardico, ictus cerebrale e scompenso cardiaco sono in continuo incremento. L’attuale pandemia di obesità, ipertensione e diabete, è fortemente responsabile dell’attuale carico di malattie cardiovascolari, nonché della crescente spesa sanitaria globale. L’attuazione di numerose campagne di prevenzione cardiovascolare, il controllo dei fattori di rischio cardiovascolare risulta ancora insoddisfacente. Tra l’altro, una inadeguata attuazione di modifiche virtuose dello stile di vita comporta un aumento del consumo di farmaci antipertensivi e ipocolesterolemici. Ne deriva un impiego spesso sproporzionato del numero di farmaci cardiovascolari già in fase di prevenzione o nei primi stadi di malattia.
Le malattie cardiovascolari (MCV) di natura aterosclerotica sono patologie croniche che possono svilupparsi in modo insidioso lungo l’intero arco della vita e che progrediscono generalmente verso stadi avanzati dal momento dell’esordio della sintomatologia. Ancora oggi rappresentano la causa principale delle morti premature in Europa, nonostante negli ultimi decenni si sia registrata una considerevole diminuzione della mortalità cardiovascolare in molti paesi europei. Si stima che oltre l’80% della mortalità totale per MCV si verifichi attualmente nei paesi in via di sviluppo. Le MCV sono strettamente connesse allo stile di vita, in particolar modo all’uso di tabacco, alle scorrette abitudini alimentari, alla sedentarietà e allo stress psicosociale, tanto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato che oltre tre quarti della mortalità cardiovascolare globale può essere prevenuta mediante l’attuazione di adeguate modifiche dello stile di vita.
La prevenzione cardiovascolare, che rappresenta tuttora una delle maggiori sfide tanto per la popolazione generale quanto per i decisori politici e gli operatori sanitari, viene definita come una serie di azioni coordinate, a livello pubblico e individuale, volte a debellare, eliminare o ridurre al minimo l’impatto delle MCV e delle relative disabilità. Le fondamenta della prevenzione sono da ricercare nell’epidemiologia cardiovascolare e nella medicina basata sull’evidenza.
Il termine politerapia, utilizzato per descrivere l’impiego di 5 o più farmaci, risulta estremamente frequente nell’ambito della prevenzione cardiovascolare. Tra l’altro, la politerapia si associa paradossalmente ad un insuccesso terapeutico spesso derivante da una scarsa aderenza ad un trattamento complesso, aumento degli effetti collaterali, prescrizione inappropriata, scarsa comunicazione medico-paziente e scarsa educazione del paziente. L’aumento dell’aspettativa di vita collegato al trattamento tempestivo dell’infarto miocardico e ad una migliore gestione dello scompenso cardiaco sta determinando un progressivo invecchiamento della popolazione ed un aumento delle comorbilità. Ciò comporta la prescrizione di più farmaci con peggioramento della compliance e incremento degli effetti collaterali. Negli ultimi anni è stato proposto l’impiego di una “polipillola” allo scopo di limitare il numero di compresse previste negli schemi di politerapia in fase di prevenzione. L’impiego di diversi principi attivi in un’unica pillola potrebbe contribuire al raggiungimento dei target nell’ipertensione arteriosa e nelle dislipidemie. Tuttavia, i risultati in prevenzione cardiovascolare primaria sono ancora preliminari e mancano dati prospettici sull’efficacia di tale strategia in termini di morbilità e mortalità.

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