Pressione del sangue alta e mare

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Il mare ci aiuta ad abbassare la pressione del sangue alta e a tenerci in forma

Come abbiamo più volte ricordato fare attività fisica regolare ci aiuta a combattere l’ipertensione perché abbassa la pressione del sangue alta. Durante le vacanze possiamo usare la più bella ed efficace palestra a nostra disposizione: il mare.
Quando si pensa infatti all’attività fisica ci si immagina sempre una palestra, attrezzi e sudore. Ma non è sempre così, possiamo utilizzare l’acqua del mare per svolgere esercizi e tonificare il nostro corpo facendo del bene a cuore e salute in generale. Una semplice legge della fisica ci spiega perché l’acqua del mare può diventare uno strumento per tonificare: l’acqua è un fluido non comprimibile.

L’acqua è più densa dell’aria e la sua composizione molto particolare, la rendono un elemento interessante anche sotto il profilo del fitness.
Usare a nostro vantaggio la resistenza all’avanzamento è infatti uno dei principi più efficaci per far diventare l’acqua il nostro “attrezzo” per eccellenza.
Uno studio svolto nel 2011 e pubblicato sul Journal of general medicine ha evidenziato che anche svolgendo una singola sessione di camminata in acqua e sul bagnasciuga induce un effetto ipotensivo nel periodo di recupero e riposo dopo 60 minuti di attività, i risultati positivi, sulla pressione del sangue alta, sono stati confermati sia in persone abitualmente sedentarie (in questo gruppo si è verificato un miglioramento dei valori sistolici che diastolici) sia in persone che abitualmente svolgono attività fisica (in questo gruppo il miglioramento si è verificato per i soli valori sistolici). Gli esperti ricordano che questo effetto risulta maggiore se si cammina sommersi in acqua fino al torace rispetto al camminare sul bagnasciuga.
Vi consigliamo di iniziare con una sessione di mezz’ora, un tempo facilmente utilizzabile durante la giornata al mare e potreste ripeterla nella mattinata e nel pomeriggio. Questo tipo di attività non è di tipo “aerobico” ma bensì “anaerobico”, serve alla tonificazione e ha bisogno di un impegno intenso ma di breve durata.
L’importante è che manteniate sempre una buona velocità di avanzamento e, quando siete stanchi, dedichiate 1 o 2 minuti al riposo, per poi ripartire.
Per prima cosa scegliete una spiaggia che consenta di poter camminare su di un fondo sabbioso.
Questo è importante poiché le rocce o le pietre oltre a non dare sicurezza possono compromettere la camminata e causare cedimenti con rischio distorsioni. Anche la camminata su di un fondo sabbioso deve essere effettuata con un passo controllato, caviglia rigida e spinta dal basso.

Piedi e caviglie

Definiamo il nostro percorso parallelo alla spiaggia e camminiamo nel mare con un fondale di circa 30cm che consente quindi l’immersione del piede, della caviglia e di parte del polpaccio. A questo punto camminare cercando di “calciare” l’acqua ad ogni passo. Il piede che rimane dietro si distende, si irrigidisce la caviglia e si riporta in avanti, sempre immerso, come se si dovesse calciare una palla. 
Facendo quindi un avanzamento contro-resistenza grazie al collo del piede che si oppone all’acqua avremo un forte coinvolgimento dei muscoli delle gambe, soprattutto quelli del quadricipite femorale.

Gambe e glutei

Rimaniamo sullo stesso percorso sabbioso di prima ma spostiamoci ad una profondità di circa 70cm, quindi poco più di metà gamba. Cerchiamo di camminare riportando la gamba in avanti con molta velocità, sempre con la caviglia in estensione, ma senza calciare. Questa volta il piede dovrà rimanere allineato alla gamba sfruttando una resistenza più ampia.

Braccia e spalle

Prima di terminare la nostra mezz’ora arriviamo ad avere l’acqua all’altezza dei gomiti. Iniziamo la camminata con la stessa velocità delle precedenti ma usiamo le braccia come remi. Lasciamo andare le braccia posteriormente, apriamo le mani e, lasciandole immerse, spostiamo le braccia in avanti finché le mani non escono dall’acqua.

Pressione del sangue alta al mare? Nessun problema ora che sappiamo come allenarci!
Gli articoli scientifici di riferimento di seguito: