Polveri sottili Italia: morti premature per l’inquinamento

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L’Italia registra un elevato numero di morti premature dovute all’inquinamento e alle polveri sottili, soprattutto nelle grandi città.
Il legame fra l’inquinamento atmosferico e la salute cardiovascolare è stato al centro del Congresso Europeo di Cardiologia (ESC) che si è svolto qualche mese fa a Londra e che ha sensibilizzato all’argomento medici e operatori sanitari di tutto il mondo. Nel 2012 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stimato che, a livello mondiale, un decesso su otto possa essere legato all’inquinamento atmosferico, mentre l’OCSE ha calcolato che nel 2050 proprio polveri sottili e inquinanti atmosferici saranno la prima causa ambientale di mortalità. È per questo che i cardiologi di tutto il mondo stanno studiando il legame fra l’esposizione ai particolati presenti nell’atmosfera e le diverse patologie che colpiscono il sistema cardiocircolatorio.

L’Italia è il Paese dell’Unione europea che registra più morti premature a causa dell’inquinamento dell’aria: sono i dati dell’Agenzia europea dell’ambiente (Aea). Secondo questi dati, nel nostro Paese nel 2012, 59.500 decessi prematuri sono attribuibili al particolato fine (PM 2.5), 3.300 all’ozono (O3) e 21.600 al biossido di azoto (NO2). Secondo recenti studi risulta che l’Italia è la prima nella classifica europea delle morti da biossido di azoto, dovute come noto agli scarichi delle auto, in particolare dai veicoli diesel. Anche sull’ozono purtroppo risultiamo essere primi in Europa.
L’area più colpita dal problema delle polveri sottili in Italia è la Pianura Padana, con Brescia, Monza, Milano, ma anche Torino, che oltrepassano il limite fissato a livello UE di una concentrazione media annua di 25 microgrammi per metro cubo d’aria, sfiorata invece da Venezia. Considerando poi la soglia ben più bassa raccomandata dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) di 10 microgrammi per metro cubo, il quadro italiano peggiora sensibilmente, a partire da altre grandi città come Roma, Firenze, Napoli, Bologna, arrivando fino a Cagliari.

Gli alti tassi di inquinamento atmosferico e polveri sottili delle nostre città rendono i cittadini che vi abitano più a rischio di contrarre malattie cardiovascolari.

Bibliografia scientifica di seguito: