Malattie cardiovascolari e i fattori di rischio

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Le Malattie Cardiovascolari (MCV) rappresentano una delle prime cause di mortalità nelle donne. Una diminuzione del rischio di queste patologie può essere conseguita, tanto nelle donne quanto negli uomini, avendo uno stile di vita sano in generale e quindi abbinando una dieta equilibrata allo smettere di fumare e assumere alcolici, praticando attività fisica in modo costante e tenendo sotto controllo i valori pressori e di colesterolemia (con appropriati interventi se elevati). Vi ricordiamo che anche l’avanzare dell’età aumenta il rischio di insorgenza delle malattie cardiovascolari. L’esposizione ai comuni fattori di rischio aumenta con l’avanzare dell’età e, secondo quanto documentato in una popolazione finlandese, da un terzo alla metà delle differenze di rischio per cardiopatia ischemica (CI) in base alla fascia di età (24-49 vs 50-59 e 60-64 anni) sono imputabili all’abitudine al fumo, al rapporto colesterolo totale/HDL, a pressione arteriosa alta, specie quella sistolica e di indice di massa corporea (IMC) o alla presenza di diabete. Altri fattori di rischio, quali la sedentarietà e una condizione socio-economica bassa, possono verosimilmente contribuire a determinare differenze di rischio in base all’età. L’età rappresenta un buon marker della durata di esposizione a fattori di rischio noti e non noti per CI.

Un livello socio-economico basso, la mancanza di supporto sociale, lo stress lavorativo e familiare, la depressione, l’ostilità sono tutti fattori che contribuiscono al rischio di sviluppare malattie cardiovascolari e al peggioramento del decorso clinico e della prognosi dei pazienti già soggetto a queste patologie. Questi fattori possono ostacolare l’aderenza alla terapia e vanificare gli sforzi per migliorare lo stile di vita e promuovere la salute e il benessere sia tra i pazienti che nella popolazione generale.
Inoltre, sono stati identificati particolari meccanismi psicobiologici che sono direttamente implicati nella patogenesi delle MCV.

L’ostilità è una componente della personalità, contraddistinta da un quadro pervasivo di sfiducia, da uno stato di collera e rabbia e dalla tendenza a comportamenti aggressivi e di disadattamento sociale. Diversi studi hanno confermato che la rabbia e l’ostilità sono associate ad un aumentato rischio di eventi cardiovascolari sia nella popolazione sana che nei pazienti affetti da MCV. La mancata esternazione della rabbia sembra giocare un ruolo rilevante, in quanto è stato dimostrato che i pazienti con MCV che tendono a sopprimere i loro sentimenti di rabbia hanno un aumentato rischio di eventi cardiaci.

L’integrazione delle conoscenze e delle competenze specifiche dei clinici (medici, infermieri, psicologi, nutrizionisti ed esperti in riabilitazione cardiovascolare e medicina dello sport) con interventi comportamentali e multimodali può contribuire ad ottimizzare le azioni di prevenzione. L’approccio multimodale è raccomandato in particolar modo per quei soggetti ad altissimo rischio o con MCV clinicamente manifesta. Questa tipologia di interventi si propone di favorire uno stile di vita sano attraverso una serie di modifiche comportamentali inerenti ad alimentazione, attività fisica, tecniche di rilassamento, controllo del peso corporeo e programmi di cessazione del fumo per fumatori persistenti. Inoltre, tali interventi accrescono la capacità di affrontare la malattia e determinano una maggiore aderenza alla terapia, un maggiore impegno nell’adottare modifiche comportamentali e contribuiscono alla riduzione degli esiti cardiovascolari.

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Bibliografia scientifica di riferimento: