Livelli di pressione arteriosa alti al lavoro

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Lavoratori non fatevi mettere sotto pressione

Da numerosi studi, emerge che il lavoro soprattutto se molto stressante o a turni, è associato ad una aumentata frequenza di malattie cardiovascolari quali, ipertensione arteriosa, aritmie e infarto miocardico. Il personale che svolge un lavoro a turni presenta un incremento di alcuni ormoni come le catecolamine, che normalmente invece vengono prodotte dall’organismo in caso di stress, paura o agitazione, e che richiedono una rapida reazione. Se però la condizione di stress è prolungata nel tempo, può comportare seri danni cardiovascolari e l’innalzamento dei livelli di pressione arteriosa. Infatti molte volte chi svolge un lavoro di questo tipo spesso presenta anche altri fattori di rischio cardiovascolare come il fumo, la scorretta alimentazione, il consumo eccessivo di caffè, alcolici, spesso anche l’inattività fisica. La Pressione Arteriosa (PA) è un parametro biologico variabile e in un soggetto sano il suo range, durante il giorno e la notte può essere >30 mmHg, ma alterazioni dei livelli di pressione arteriosa sono riscontrabili in situazioni di stress psicofisico. A tal proposito si può supporre che un lavoratore la cui pressione sia elevata nella maggior parte delle 24 ore abbia una prognosi peggiore rispetto al soggetto con elevazioni della pressione occasionalmente.

I parametri di pressione arteriosa, sistolica (PAS) o diastolica (PAD) hanno costituito l’oggetto di numerosi studi, alcuni dei quali stabiliscono un’associazione tra l’aumento di tali parametri e la mortalità, in particolare associata all’età media. La capacità di lavoro dell’individuo dipende, ed è influenzata, da fattori relativi alle condizioni psichiche, fisiche e sociali: contemporaneamente le caratteristiche del lavoro hanno un effetto sulla salute stessa.
I fattori di rischio associati all’ipertensione più frequentemente studiati sono l’obesità, il diabete, il comportamento alimentare con particolare riferimento al consumo di alcol, il fumo ed i fattori genetici individuali ed etnici. I fattori di origine professionale sono stati presi in considerazione più raramente, mentre andrebbero approfonditi anche in considerazione dell’allungamento della vita lavorativa e della presenza di soggetti sempre più anziani al lavoro.  Tuttavia, da alcuni anni si sta sviluppando una linea di ricerca che considera molto più rilevante la valutazione soggettiva che i lavoratori danno del proprio lavoro e dell’organizzazione del lavoro rispetto alla tipologia dell’attività lavorativa vera e propria. In conclusione determinati rischi o vincoli connessi con l’attività professionale o determinati stili di vita rappresentano un fattore di rischio per livelli di pressione arteriosa alti in considerazione dell’aumentare dell’età. Elementi specifici che rendano conto di questa relazione non sono stati ancora completamente chiariti e soprattutto i dati sulla popolazione italiana sono molto limitati.

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Bibliografia scientifica di seguito: