Liquirizia e pressione arteriosa alta

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Le rotelle che portano fuori strada la pressione arteriosa

Tra gli alimenti da non consumare quando si soffre di ipertensione figura sempre la liquirizia, sia in radice da smangiucchiare per sbiancare i denti che sotto forma di pastiglie nere profumate. Vi chiederete perché questa pianta ricchissima di innumerevoli proprietà digestive, utile contro la dispepsia gastrica, stimolante del tratto gastrointestinale, e inoltre antivirale, antiulcera, protettiva per il fegato, lassativa, antinfiammatoria ed espettorante è tanto controindicata per chi soffre di pressione alta?
I problemi dell’interazione tra liquirizia e pressione sanguigna stanno tutti nella glicirrenina, una molecola zuccherina dal potere dolcificante superiore 50-100 volte a quello del normale zucchero saccarosio.
Un consumo quotidiano e spesso eccessivo di liquirizia può provocare, nel corso del tempo, una maggiore predisposizione a disturbi di natura ipertensiva o acuire una situazione di ipertensione già in corso: inoltre l’eccesso di liquirizia può portare a importanti alterazioni dell’equilibrio idroelettrolitico del corpo, a situazioni di ipopotassemia (riduzioni del potassio sanguigno), diminuzione della diuresi a causa dell’affaticamento renale e, nei casi più gravi, ad alterazioni della motilità muscolare e del ritmo cardiaco, provocando scompensi.

A conferma quanto detto è lo studio svolto da un gruppo di ricercatori del Sahlgrenska University Hospital di Goteborg, in Svezia. Hanno scoperto che anche piccole quantità di liquirizia consumate quotidianamente possono aumentare la pressione sanguigna. Si tratta quindi di un avvertimento per gli amanti di questa antichissima sostanza. Il principio attivo responsabile dell’effetto è l’acido glicirretinico, che impedisce la frammentazione dell’ormone cortisolo, facendo sì che i reni trattengano acqua e sale. In realtà, l’effetto era noto da tempo ma solo ora si è potuto constatare come siano sufficienti 50 grammi di liquirizia al giorno per un periodo compreso fra due e quattro settimane per determinare un aumento significativo del rischio per la popolazione che soffre di ipertensione.

Se ne sconsiglia totalmente l’uso e consumo nei casi di insufficienza renale, ipertensione, patologie cardiache gravi o se si assumono particolari medicinali quali pastiglie per la pressione (ACE inibitori e diuretici), lassativi, farmaci antiaritmici, corticosteroidi e pillola anticoncezionale, che già di per sé aumenta il rischio di pressione alta e problemi circolatori.

 

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