Non far del male al tuo cuore!
Nel 2010 l’American Heart Association (AHA) ha introdotto il concetto di salute cardiovascolare, considerando 4 obiettivi da portare a termine entro il 2020: riduzione del fumo e del peso, abitudini alimentari salutari, attività fisica regolare.
Sono stati inclusi anche 3 indicatori clinici: glicemia, pressione arteriosa, colesterolo.
In totale sono stati presi in esame 7 parametri come monitoraggio della salute cardiovascolare della popolazione. Questi 7 parametri servono a controllare i fattori di rischio cardiovascolari.
I fattori di rischio sono quelle caratteristiche derivanti da abitudini e stili di vita non corretti, fattori ambientali e biologici, che, se presenti in un soggetto esente da manifestazioni cliniche della malattia, predicono la probabilità di ammalare in un certo periodo di tempo.
I principali fattori di rischio rilevati dall’dell’Osservatorio Epidemiologico Cardiovascolare (Oec)/Health examination survey (Hes) sono:
- Ipertensione: pressione arteriosa sistolica ≥140 o diastolica ≥95 mmHg o trattamento specifico
- Ipercolesterolemia: colesterolemia ≥240 mg/dl o trattamento specifico
- Colesterolemia – HDL bassa: ≤40 mg/dl negli uomini e ≤50 mg/dl nelle donne
- Colesterolemia – LDL elevata: ≥115mg/dl
- Ipertrigliceridemia: trigliceridemia ≥150 mg/dl
- Iperglicemia: glicemia a digiuno compresa tra 110 e 125 mg/dl
- Diabete: glicemia a digiuno ≥126 mg/dl o trattamento specifico
- Abitudine al fumo: viene considerato fumatore chi fuma anche solo una sigaretta al giorno, a settimana o al mese; sono rispettivamente considerate “mai fumatori” ed “ex fumatori” quelle persone che non hanno mai fumato o che hanno smesso di fumare da almeno un anno
- Sovrappeso: indice di massa corporea (IMC) 25,0-29,9 Kg/m²
- Obesità: indice di massa corporea (IMC) ≥ 30 Kg/m²
Negli Stati Uniti meno dell’1% delle persone adulte ha un’alimentazione sana, solo il 32% ha un indice di massa corporea nella norma, e più del 30% ha valori di colesterolo, trigliceridi e pressione arteriosa alterati. Mediante una valutazione del National Health and Nutrition Examination Survey si è notato che le persone che hanno raggiunto uno score maggiore o uguale a 6 aveva un profilo di rischio migliore se paragonato alle persone che ne avevano raggiunto solo 1 o nessuno.
Da qui nasce anche l’obiettivo di migliorare la prevenzione per queste patologie potenzialmente mortali o comunque debilitanti. Per poter raggiungere il maggior numero di persone e poter dare una informazione più capillare e in alcuni casi un’attenzione individualizzata alla singola persona si è pensato di utilizzare i moderni mezzi di comunicazione (web, smartphone, etc…), prende così forma l’e-health (electronic health), detta anche salute digitale, che a sua volta comprende delle sottobranche tra cui la m-health (mobile-health) costituita dagli applicativi scaricabili sullo smartphone.
Lo stesso studio condotto dall’American Heart Association, citato prima, mostra che la correzione dei fattori di rischio e il miglioramento dello stato di salute delle persone può essere ben gestito mediante gli applicativi elettronici in persone motivate a farlo. Si delinea quindi un nuovo modo digitale per poter pensare e migliorare la propria salute, che col tempo, si prevede, diventerà sempre più frequente da parte degli utenti.
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Bibliografia scientifica di seguito:
- Current Science on Consumer Use of Mobile Health for Cardiovascular Disease Prevention A Scientific Statement From the American Heart Association (Circulation September 22, 2015) http://circ.ahajournals.org/content/early/2015/08/13/CIR.0000000000000232.full.pdf+html
- e-Health: a position statement of the European Society of Cardiology (European Heart Journal Advance Access published August 24, 2015) http://eurheartj.oxfordjournals.org/content/early/2015/08/20/eurheartj.ehv416