La relazione tra ipotiroidismo e ipertensione.
L’ipotiroidismo rappresenta una situazione speculare all’ipertiroidismo, ma ovviamente con manifestazioni opposte, cioè con tendenza alla bradicardia, e aumento delle resistenze vascolari sistemiche. Anche se gli effetti clinici diretti sono modesti, l’ipotiroidismo, con la sua azione sulla pressione arteriosa e sul bilancio lipidico, costituisce comunque un fattore di rischio cardiovascolare. Nell’ipotiroidismo i valori del TSH sono aumentati mentre si rilevano bassi valori di FT4, è invece tuttora discusso il ruolo dell’ipotiroidismo sub-clinico (valore del TSH aumentato ma ormone circolante FT4 nella norma) il cui trattamento deve essere valutato attentamente considerando il rapporto rischio/beneficio. La bradicardia è frequente e normalmente asintomatica. La pressione arteriosa diastolica è elevata per l’aumento delle resistenze vascolari sistemiche, con diminuzione della differenziale sisto – diastolica. Sono scarse le evidenze di una azione diretta dell’ipotiroidismo nello sviluppo di una miocardiopatia, mentre il rischio dell’interessamento coronarico è verosimilmente legato alla concomitanza di più fattori di rischio: ipertensione arteriosa, ipercolesterolemia, iperomocisteinemia, anomalie dell’emostasi, alterazione della vasodilatazione endotelio-dipendente.
Si ritiene che particolari attenzioni nel quantitativo di tiroxina prescritta e nell’incremento della posologia sia da prestare particolarmente al paziente anziano con ipotiroidismo grave, che è a maggiore rischio di angina pectoris o di infarto del miocardio. La terapia di correzione dell’ipotiroidismo deve essere semplice nello schema, regolare nell’assunzione. Nelle preparazioni in compresse importante è il digiuno (30 minuti dalla colazione). E’ importante anche che l’assunzione sia lontana da farmaci interferenti, in particolare inibitori di pompa protonica (lanzoprazolo e altri), ferro, calcio, fibre. Alcuni studi documentano un effetto favorevole del trattamento sostitutivo dell’ipotiroidismo sub-clinico su alcuni fattori di rischio: bilancio lipidico, pressione arteriosa, indici ecocardiografici della funzione diastolica ma mancano allo stato dati scientifici che permettono di misurare il beneficio clinico. È necessario prestare particolare attenzione ai quadri di disturbo che usiamo, per i loro effetti sulle patologie cardiovascolari e sui fattori di rischio.
Studi recenti hanno dimostrato che valori di TSH tendenti ai limiti superiori della norma possono essere associati a un modesto incremento di sviluppare nel futuro ipercolesterolemia e ipertensione. Solo una modesta relazione è stata riscontrata tra valori di TSH ai limiti della norma e prevalenza ma non incidenza di ipertensione arteriosa.
Bibliografia scientifica di seguito:
- Association between thyroid-stimulating hormone and blood pressure in adults: an 11-year longitudinal study. Clin Endocrinol(Oxf). 2015 Aug 11. doi: 10.1111/cen.12876. [Epub ahead of print] http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26261034
- Associations of TSH levels within the reference range with future blood pressure and lipid concentrations: 11-year follow-up of the HUNT study. (Eur J Endocrinol. 2013 Jun 7;169(1):73-82) http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23641017