Ipertensione e donazione sangue

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Un semplice dono per noi e per gli altri.

Donare il sangue è uno dei gesti di solidarietà ed altruismo più grandi che ognuno di noi può fare. Ma dietro il semplice gesto di consapevolezza e civiltà si nasconde anche un modo per preservare la propria salute e mantenersi in forma.

Donare è un modo per essere sempre sotto controllo

La donazione periodica del sangue, infatti, garantisce ai donatori un controllo costante sul loro stato di salute. Questo consente di tenere monitorato il proprio organismo regolarmente con un chek-up completo e gratuito e di scoprire eventuali malattie in fase iniziale. Ad ogni donazione, infatti, il sangue del donatore viene analizzato attraverso un esame emocromocitometrico completo che permette di controllare i componenti ed i valore del sangue (globuli rossi e bianchi, colesterolo, glicemia, transaminasi). Vengono inoltre effettuati i test relativi all’ HIV Ab 1-2, all’epatite B e C e alla sifilide. Ogni donatore poi ha una propria scheda medica personale in cui vengono annotati ogni volta i risultati degli esami effettuati, il peso corporeo ed i valori della pressione. Se nel tempo qualcuno di questi parametri dovesse variare in modo considerevole, il medico è in grado di cogliere le variazioni e segnalare la cosa al paziente.

Donare può essere pericoloso per la salute?

Sono in  molti purtroppo credere che in qualche modo privarsi del proprio sangue possa costituire un danno se non un pericolo per il proprio organismo. Non c’è niente di più falso di questa credenza perché questo piccolo salasso consente di rigenerare il sangue e ne aiuta il ricambio. In più tra una donazione e l’altra (ogni sei mesi per le donne e ogni tre mesi per gli uomini) intercorrono lunghe pause in modo da non sottoporre l’organismo a uno stress. Durante la donazione vengono prelevati al massimo 450 millilitri di sangue, in pratica mezzo litro di liquido circolante di sangue, su una media di circa 7 litri presenti nel nostro corpo.

Ipertensione e donazione sangue: è possibile?

Recenti studi  hanno anche dimostrato l’effettiva riduzione del rischio di contrarre una malattia cardiovascolare nelle persone che eseguono almeno una donazione di sangue l’anno. Questo grazie alla diminuzione dei livelli di ferritina tissutale, e quindi di ferro, che si verifica dopo la donazione di sangue. Le donazioni determinano infatti una riduzione dei depositi di ferro ed un aumento del flusso ematico arterioso e quindi favoriscono la prevenzione di malattie cardiovascolari. Inoltre, è stato dimostrato come donare sangue riduca drasticamente il rischio di infarto e la propensione al diabete di tipo 2 (insulino-dipendente). Ogni donatore iperteso deve essere valutato attentamente, il medico addetto alla selezione dovrà verificare che non si sia instaurato un danno d’organo quale l’ipertrofia cardiaca (un ingrossamento del cuore dovuto ad un suo maggior lavoro) o l’arteriosclerosi. Inoltre va esclusa un’eventuale causa secondaria come la stenosi dell’arteria renale, tramite ecografia.
Se non si è determinato danno d’organo e se la pressione arteriosa alta è sotto controllo, il donatore iperteso in terapia può donare. Dovrà essere seguito con più attenzione e per un tempo superiore dopo la donazione rispetto ai donatori normotesi. Per la donazione di plasma dipende dal tipo di farmaco che il paziente assume: se si tratta di ACE-inibitori o sartanici, questi controindicano quel tipo di donazione perché possono determinare la comparsa di effetti collaterali nel donatore durante la procedura.
I lavoratori dipendenti che si recano a donare il sangue hanno diritto per legge ad una giornata di riposo ed alla corresponsione della normale retribuzione secondo quanto disposto dalla legge 4 maggio 1990 n.107.
Tutte le informazioni su come donare, dove donare e le risposte ai tanti interrogativi che sorgono spontanei intorno alla donazione li potete trovare sul sito dell’Avis, Associazione Volontari Italiani Sangue.

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Bibliografia scientifica di seguito: