L’importanza della compliance nell’ipertensione

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Cos’è la compliance e perché è importante?

L’ipertensione arteriosa è un problema cronico ed il medico che lo gestisce, specie nei soggetti più anziani, deve imparare ad “accompagnare” il paziente nel corso della vita incoraggiando e ricordando la necessità di assumere la terapia farmacologica ma prima di tutto incoraggiando a mantenere un corretto stile di vita. Infatti l’ipertensione arteriosa è spesso asintomatica, l’evoluzione non sempre è prevedibile e spesso è legata allo stile di vita.
Il grado di aderenza del paziente al trattamento farmacologico (detto anche compliance) può avere un impatto significativo sull’efficacia e sul successo del trattamento stesso.  La scarsa o nulla aderenza può costituire un serio ostacolo al raggiungimento degli obiettivi.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha descritto la scarsa aderenza al trattamento nelle malattie croniche (soprattutto quelle paucisintomatiche, come le ipercolesterolemie e l’ipertensione) come un problema di grande rilevanza. La non compliance può portare ad un aumento nel tempo dei costi per la sanità. Oggi si hanno a disposizione numerosi ed efficaci trattamenti antipertensivi, eppure la vasta maggioranza dei nostri pazienti non raggiunge i target di controllo pressorio, colpa soprattutto della scarsa aderenza al trattamento: non avvertendo sintomi evidenti i pazienti non assumono correttamente i farmaci prendendosi delle vere e proprie ‘vacanze terapeutiche’, oppure addirittura smettono del tutto il trattamento senza naturalmente avvertire i curanti. Questo discorso vale anche nelle strategie di correzione dei fattori di rischio mediante il mantenimento di un corretto stile di vita. Eppure una migliore compliance aiuta a prevenire complicazioni nei pazienti più gravi, lo dimostrano numerosi studi.
Molti studi si sono focalizzati sulla ricerca degli elementi che incidono sul livello di aderenza al trattamento del paziente ed hanno dimostrato che, trattandosi di un problema multifattoriale, ogni paziente risponde in maniera diversa alla necessità di aderire ad un regime farmacologico. Ma semplificando si possono individuare tre aspetti chiave: il dosaggio, il packaging e la semplificazione del regime farmacologico.
Molti pazienti in trattamento per ipertensione non assumono la terapia in modo corretto, in alcuni casi non la assumono affatto, circostanza che potrebbe spiegare molti casi definiti erroneamente come ipertensione resistente e che in realtà dipendono da una cattiva compliance del paziente. Sono queste in estrema sintesi le conclusioni di uno studio pubblicato sulla rivista Heart da un gruppo di ricercatori del Regno Unito che ha coinvolto nella ricerca 208 pazienti ipertesi in trattamento presso centri specializzati. Tra i pazienti che hanno preso parte allo studio, 125 erano alla loro prima esperienza con terapie antipertensive specialistiche, 66 erano pazienti in follow-up con una ipertensione non ben controllata e 17 erano in lista per intervento di denervazione renale.

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Bibliografia scientifica di seguito: