Fretta, pendolarismo, stress e diabete

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Stress e diabete: la causa e l’effetto

La fretta, il pendolarismo e il luogo in cui si vive rendono non soltanto più complicate le giornate, ma giocano un ruolo significativo sull’aumento di incidenza di malattie cardiovascolari come diabete di tipo 2 e ipertensione arteriosa nelle persone che vivono nelle grandi città.

La considerazione è emersa da una ricerca guidata dall’University College di Londra e presentata nel corso del programma «Cities Changing Diabetes». Nello studio, presentato a Copenaghen, sono stati intervistati più di 550 cittadini con diabete, o a rischio di svilupparlo, residenti in cinque grandi metropoli: Copenaghen, Houston, Città del Messico, Shanghai e Tianjin. L’obiettivo dello studio è capire meglio ciò che rende le persone vulnerabili al diabete di tipo 2 nelle città e cercare una soluzione è una delle sfide più pressanti dei nostri giorni per la sanità mondiale. Ovviamente anche le città italiane hanno cittadini che si trovano a vivere situazioni molto stressanti e che quindi possono avere ripercussioni sulla propria salute.

Il diabete di tipo 2 è la forma di diabete più diffusa, tipica dell’età matura che non necessita di insulina. Inoltre circa l’80% dei soggetti che riscontrano questa patologia mostrano anche livelli di pressione alta, comportando così problemi all’apparato cardiovascolare.
L’indagine ha dimostrato che i cittadini sono maggiormente vulnerabili allo sviluppo del diabete di tipo 2 a causa di un complesso mix di fattori sociali e culturali. In particolare, fra i principali responsabili sono stati individuati lo stress, la fretta e il pendolarismo.

Dal rapporto ARNO diffuso dalla Società Italiana di Diabetologia si evince che non è da escludere che questi fattori stiano contribuendo all’aumento dei malati nel mondo. La prevalenza della malattia è dell’8,1% sulla popolazione totale e oltre il 65% dei malati ha più di 65 anni. Una paziente su quattro supera gli ottant’anni, mentre solo il 3% ha meno di 35 anni. Il documento ha stimato anche i costi della patologia per il Servizio sanitario nazionale: ogni anno in Italia si spendono circa 15 miliardi di euro, il 90% dei quali per la gestione delle complicanze, che spesso riguardano l’apparato cardiocircolatorio.
I risultati di quest’ultima ricerca rappresentano una conferma di quanto la comunità scientifica pensava da tempo.

Già nel passato i ricercatori dell’Università di Monaco avevano scoperto (risultati pubblicati su Psychosomatic Medicine) che lo stress eccessivo aumentava il rischio di sviluppare il diabete (rischio maggiore di circa il 45%). Secondo i ricercatori una persona su cinque nel mondo del lavoro è influenzata da alti livelli di stress. Con questo non si intende normale stress da lavoro, ma la situazione in cui i lavoratori sono interessati ad un tasso di richieste molto alto, con poco margine di indipendenza e autonomia nel processo decisionale. Questo rende buon parte della popolazione a rischio di sviluppare diabete e malattie cardiovascolari.
Fattori sociali e culturali sono quindi responsabili di gran parte delle epidemie croniche del terzo millennio, insieme ai più noti fattori biomedici; bisogna quindi tenerli in considerazione come chiave per la prevenzione della salute dell’uomo.

Bisogna cercare di ridurre le situazione di stress o comunque di ricavare del tempo libero in cui potersi calmare e far del bene alla nostra salute per non rischiare di contrarre malattie cardiovascolari.

L’importanza di cambiare gli stili vita scorretti è alla base della prevenzione del diabete di tipo 2 e delle malattie cardiovascolari.

Bibliografia scientifica di seguito: