Fibrillazione atriale e ipertensione

836
human heart illustration

La relazione fra fibrillazione atriale e ipertensione.

Come è noto, l’ipertensione arteriosa è, insieme all’età, uno dei principali fattori di rischio per fibrillazione atriale (FA).
La fibrillazione atriale è la forma più diffusa di aritmia cardiaca: l’aritmia è un problema della frequenza o del ritmo cardiaco. Durante gli episodi di aritmia il cuore può battere troppo velocemente, troppo lentamente oppure con un ritmo irregolare. Si diagnostica fibrillazione atriale quando le due cavità superiori del cuore (gli atri) fibrillano (si contraggono molto velocemente e con un ritmo irregolare) a causa di segnali elettrici disorganizzati. Chi soffre di fibrillazione atriale può non avvertire alcun sintomo ma, anche se asintomatica, la fibrillazione atriale aumenta il rischio di insorgenza di malattie cardiovascolari come l’ipertensione arteriosa.
Circa 2 pazienti ipertesi su 100 presentano, ogni anno, fibrillazione atriale di nuova insorgenza e questo numero aumenta in presenza di altri fattori di rischio per FA. D’altra parte, oltre il 50% dei pazienti con FA è affetto da ipertensione arteriosa. Basterebbero solo questi due dati a rendere estremamente importanti due aspetti di comune pratica clinica: l’identificazione dei pazienti ipertesi, e non solo ipertesi, affetti da FA e la corretta misurazione della pressione arteriosa (PA) nei pazienti con FA.

Gestire la fibrillazione atriale.

Le recenti Linee Guida Europee sulla gestione dei pazienti affetti da fibrillazione atriale raccomandano di eseguire, in tutti i soggetti di età pari o superiore ai 65 anni, anche asintomatici, uno screening per FA consistente essenzialmente nella rilevazione attenta ed accurata del polso. In caso di riscontro di polso aritmico, ovvero di battito cardiaco irregolare alla ascoltazione, o in caso di polso non rilevabile, è raccomandata l’esecuzione di un elettrocardiogramma (ECG) allo scopo di verificare la presenza di FA.
Un ausilio alla rilevazione della FA può venire da alcuni strumenti per l’auto-misurazione (misuratori di pressione) della pressione arteriosa. Questi strumenti sono dotati di un algoritmo aggiuntivo in grado di identificare il battito cardiaco irregolare, cioè una cadenza non ritmica delle onde sfigmiche (l’onda del sangue generata dalla contrazione del cuore) sulla base delle quali viene derivata la PA. Questi strumenti contengono sul display una spia che si accende in caso di andamento non ritmico delle onde sfigmiche suggerendo, quindi, la presenza di un’anomalia del ritmo cardiaco che può essere FA o altre forme di anomalie del ritmo cardiaco.
I pazienti con FA andrebbero istruiti da personale medico ad un’accurata misurazione domiciliare della PA. L’automisurazione può essere effettuata mediante misuratori di pressione automatici, come quelli sopra citati, ricordando di eseguire un congruo numero di misurazioni (almeno 3 a distanza di 1 minuto l’una dall’altra) ad ogni rilevazione pressoria; oppure mediante tecnica sfigmomanometrica standard, che richiede una competenza maggiore da parte del soggetto per ottenere una misurazione priva di errori.
Bibliografia scientifica di seguito: