Cuore e cervello: quali legami ci sono?

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Cuore e cervello, due organi fisicamente distanti nel corpo umano, sembrerebbero avere un legame molto stretto.

L’interazione tra cuore e cervello sta diventando sempre più importante in quanto vari studi mirano a investigarne i sottostanti meccanismi che li legano. La specialità che si occupa del collegamento mente-cuore è diventata nota come neurocardiologia. Il termine neurocardiologia si riferisce a quelle interazioni che avvengono tra il sistema nervoso e quello cardiovascolare.
Sono molti gli studi che hanno preso in considerazione ciò che accade tra cuore e cervello quando uno dei due organi subisce un cambiamento. Da questi studi è emersa un’interazione cervello-cuore che ha implicazioni potenziali per il trattamento delle malattie cardiovascolari. È stata infatti trovata una correlazione significativa tra il ritmo cardiaco e i tempi di reazione cognitiva (miglioramento delle prestazioni mentali). È stato anche dimostrato che i soggetti che hanno una maggior variabilità della frequenza cardiaca, affrontano meglio le situazioni di stress, che sappiamo essere una delle cause dell’insorgenza delle malattie cardiovascolari.

Ecco quanto evidenziato da uno studio

Lo studio è stato condotto dall’Istituto di ricovero e cura a carattere Scientifico (Irccs) Fondazione Santa Lucia di Roma con in collaborazione con il Dipartimento cardiovascolare e neurologico dell’Ospedale San Donato di Arezzo, ed ha evidenziato i rischi di cardiomiopatia (malattie del miocardio) da stress in pazienti con gravi disturbi neurologici. Gli studiosi tendono a ricordare l’importanza della prevenzione, che come sempre ha un ruolo chiave nel trattamento di questi casi.

Ad esempio, gli accidenti cerebrovascolari come l’ictus cerebri o il TIA (attacchi ischemici transitori) sono spesso causati da aritmie cardiache e / o insufficienza cardiaca. In particolare la fibrillazione atriale può causare disturbi cognitivi che precedono l’insorgenza di TIA o ictus, la disfunzione cerebrovascolare può portare a disturbi elettrocardiografici e disturbi del ritmo cardiaco.
Attacchi di panico e stress emotivo, inoltre, possono provocare aritmie ventricolari con conseguente transitoria disfunzione ventricolare sinistra.

Ci può essere un modo di prevenire l’insorgenza di queste malattie?

Sì. L’attività fisica può essere una valida soluzione per poter prevenire e combattere questi eventi patologici. Svolgere esercizio fisico in modo costante, infatti, ci aiuta a prevenire e combattere le malattie cardiovascolari, migliora la nostra frequenza cardiaca e ci aiuta ad abbassare i livelli di stress che possiamo accumulare durante la giornata.

Conclusioni

In pazienti con malattie cardiache congenite e cardiovascolari croniche, tra cui ipertensione arteriosa, diabete mellito, aterosclerosi, bisogna quindi prevenire fin da subito che cuore e cervello interagiscano nel modo errato. Fare costante attività fisica, ancora una volta, può aiutare tutte quelle persone che sono affette da malattie cardiovascolari croniche e può impedire o rallentare il declino cognitivo.

 

Bibliografia scientifica di seguito: