Aglio e ipertensione: un connubio perfetto

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L’aglio scaccia le streghe e l’ipertensione

L’estratto ottenuto dall’aglio fresco viene sottoposto a un processo di invecchiamento che dura diversi mesi. Una volta completato il processo, si ottiene l’estratto di aglio invecchiato, un elemento che contiene fitochimici antiossidanti, responsabili, fra le altre cose, di attaccare i radicali liberi e proteggere le nostre cellule da potenziali danni e di abbassare i livelli di pressione arteriosa naturalmente.

Benefici dell’aglio invecchiato

Grazie al suo alto contenuto in antiossidanti, l’aglio invecchiato ha prodotto risultati provati nella prevenzione dell’aterosclerosi (irrigidimento delle arterie), e nella protezione contro le malattie cardiovascolari, poiché migliora il sistema circolatorio e rinforza il sistema immunitario.

Proprietà antiossidanti

Come già detto, l’aglio invecchiato protegge il DNA dalla mutazione e da danni causati dai radicali liberi. La sua azione protettrice inibisce anche una serie di passaggi della carcinogenesi (creazione del cancro). Inoltre l’aglio invecchiato gioca anche un ruolo importante nella prevenzione contro i danni cerebrali e può persino prevenire il morbo di Alzheimer grazie alla sua capacità di migliorare le funzioni cognitive, la memoria e la longevità.

L’aglio invecchiato e l’ipertensione

L’estratto di aglio invecchiato (AGE, Aged Garlic extract) è preferito all’aglio fresco o a quello in polvere perché il suo principio attivo (la S-allilcisteina) è più facile da standardizzare rispetto all’allicina della sostanza fresca o polverizzata; la sua azione antipertensiva è inoltre sicuramente superiore così come la tollerabilità gastro-intestinale.

Si pensa che l’effetto antipertensivo dell’aglio sia dovuto alla stimolazione di NO (ossido di azoto) intracellulare, la produzione di H2S (idrogeno solforato) e il blocco della produzione di angiotensina II, con conseguente vasodilatazione.
Uno studio dell’Università di Adelaide, in Australia, ha valutato gli effetti salutistici, la tollerabilità e l’accettabilità da parte dei pazienti di un estratto d’aglio invecchiato per la durata di 4 anni. Sono stati presi in considerazione i valori di 50 volontari con un’età media tra i 55 e i 70 anni, già sottoposti a trattamento con antipertensivi convenzionali. Sono stati assegnati a gruppi in modo random ad assumere per 12 settimane un placebo o una capsula con 960 mg di AGE, corrispondenti a 2,4 mg di S-allilcisteina.
I volontari sono stati divisi anche in base alla condizione che l’ipertensione fosse o meno controllata dai medicinali che stavano assumendo. I risultati hanno mostrato che la somministrazione di AGE riduce la pressione sistolica di un valore pari a 10,2 ± 4,3 (P = 0,0361) nei soggetti con malattia non controllata dai farmaci. Non vi sono differenze sensibili in quelli sui quali i medicinali già funzionavano in modo corretto. La tollerabilità, la compliance e l’accettabilità dei partecipanti al test è risultata elevata. Gli autori ne deducono che l’AGE è una possibile strategia d’intervento da affiancare ai medicinali per quei soggetti in cui la terapia non è sufficiente a controllare l’ipertensione.
Secondo i ricercatori, «per le sue proprietà antipertensive l’estratto di aglio invecchiato si considera sicuro ed è più tollerato rispetto all’aglio in polvere e superiore all’aglio crudo o cotto».

Aglio e ipertensione amici di vecchia data

Bibliografia scientifica