Esercizi per la pressione arteriosa sistolica e diastolica

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Esercizi isometrici moderati per abbassare la pressione arteriosa sistolica e diastolica

Durante una attività muscolare ritmica come il jogging, il nuoto, o la bicicletta, la dilatazione dei vasi sanguigni nei muscoli attivi diminuisce i livelli di pressione arteriosa sistolica e diastolica, aumentando il flusso di sangue attraverso una larga parte del corpo.
La contrazione e il rilasciamento dei muscoli stessi provvede a fornire una significativa forza di pompa per spingere il sangue attraverso i vasi verso la periferia e favorisce il ritorno del sangue stesso attraverso i vasi verso il cuore.
L’aumentato flusso di sangue durante un esercizio moderato provoca un rialzo rapido della pressione arteriosa sistolica durante i primi minuti dell’esercizio fisico, mentre la pressione arteriosa diastolica diastolica rimane relativamente invariata.
La pressione, specie sistolica, sale rapidamente con l’aumento della portata cardiaca, che normalmente è di 5 litri circa al minuto a riposo. Per esempio, una pressione arteriosa sistolica di 120 a riposo, se la portata cardiaca aumenta di 3 volte in seguito all’esercizio fisico, diventerà una pressione arteriosa di 180. La pressione diastolica invece, anche al massimo dello sforzo, aumenta solo del 12% circa.
Questi tipi di risposta sono simili sia per i soggetti allenati, che per quelli sedentari. Tuttavia durante il massimo sforzo in atleti sani e ben allenati, la pressione arteriosa sistolica può raggiungere facilmente valori di 200 mmHg.
In seguito ad esercizi di massimo sforzo, come per esempio corsa breve di velocità o lunga di resistenza, inclusi gli esercizi fisici come il sollevamento pesi, la risposta pressoria del sangue può essere drammatica, poiché la forza muscolare comprime le arterie periferiche, provocando una significativa resistenza al flusso di sangue. Per questo motivo l’esercizio fisico dinamico (isotonico) è più consigliabile di quello statico (isometrico).
Il lavoro in più che svolge il cuore potrebbe essere rischioso per coloro che già soffrono di pressione arteriosa alta o hanno una cardiopatia. Per questi soggetti può essere più consigliabile un esercizio fisico più moderato.
Sono stati fatti interessanti studi sulla captazione di ossigeno nel sangue da parte del tessuto muscolare durante l’esercizio fisico. La percentuale di ossigeno prelevata aumenta, naturalmente, con l’esercizio fisico, sia durante l’aumento della pressione arteriosa sistolica che durante l’aumento della pressione arteriosa diastolica.
L’esercizio isometrico di forza (contrazione muscolare senza movimento dei capi articolari) causa un momentaneo aumento della pressione arteriosa, per schiacciamento dei vasi sanguigni dovuto all’intensa e statica contrazione muscolare. Fino ad oggi l’allenamento isometrico è sempre stato sconsigliato per coloro che soffrono di ipertensione arteriosa. Recentemente sono stati pubblicati vari studi,  tra cui quello di Baross AW, Wiles JD, Swaine Il Effects of the intensity of leg isometric training on the vasculature of trained and untrained limbs and resting blood pressure in middle-aged men (uno dei primi studi pubblicati a riguardo) pubblicato il 9 settembre 2012 ha dimostrato come tre allenamenti a settimana per otto settimane provochi una significativa diminuzione della pressione arteriosa sistolica e diastolica a riposo rispetto ad un gruppo di controllo che non effettuava nessun tipo di allenamento. L’allenamento consisteva in 4 ripetizioni da 2 minuti con recupero di 2 min in isometria degli arti inferiori (posizione a panca o squat). Aumentando il carico in isometeria (sorreggere un peso da fermi) migliorava il decremento della pressione arteriosa alla fine delle 8 settimane. Il meccanismo che provoca l’abbassamento della pressione arteriosa sistolica e diastolica a lungo, sembra legato alla stimolazione di agenti vasodilatatori (quali l’ossido nitrico) stimolati dalla transitoria riduzione di flusso sanguigno dovuta allo schiacciamento dei vasi per l’intensa contrazione muscolare.

 

Di seguito gli articoli scientifici: